Pasquino Crupi (1940–2013) è stato uno dei più influenti intellettuali, scrittori e critici letterari italiani, particolarmente noto per il suo impegno nella difesa della cultura meridionale e per l'analisi della questione meridionale nel contesto della letteratura. Nato a Bova Marina, in Calabria, Crupi ha dedicato gran parte della sua vita e della sua carriera accademica allo studio della letteratura calabrese e meridionale, battendosi per dare voce a una realtà storicamente marginalizzata e spesso stereotipata.
Crupi ha lavorato come professore di letteratura italiana presso l'Università per Stranieri di Reggio Calabria, dove è stato anche direttore di istituti di ricerca. La sua attività di critico si è concentrata su autori meridionali e su temi come l'emigrazione, la povertà e l'emarginazione, temi ricorrenti nella narrativa del Sud Italia.


Ha dato particolare rilievo a figure come Corrado Alvaro, Leonardo Sciascia e Francesco Perri, che rappresentavano una Calabria diversa da quella raccontata dalle cronache e dalla tradizione folcloristica, portando avanti una visione della letteratura come mezzo di denuncia sociale e riflessione politica.
Dal punto di vista stilistico, Crupi era noto per un linguaggio vibrante e appassionato, che rifletteva il suo forte legame con le sue origini e la sua terra. Nei suoi scritti emerge una visione critica e acuta delle disparità tra Nord e Sud, accompagnata da un’analisi approfondita delle cause socio-economiche che hanno plasmato la realtà del Meridione italiano.
Pasquino Crupi è oggi ricordato come uno dei più autorevoli studiosi della questione meridionale, un difensore della cultura calabrese e un intellettuale che ha cercato di riscrivere la narrazione sul Sud Italia. La sua eredità continua a influenzare chiunque si interessi di letteratura e questioni sociali, poiché Crupi è riuscito a dare voce a una realtà complessa e affascinante, contribuendo a gettare una nuova luce sulla Calabria esul Meridione in generale

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