"U Cumbitu di San Giuseppe" è una tradizione radicata in Calabria. In occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, la comunità si unisce in un gesto di solidarietà e condivisione.La celebrazione prevede che, la notte precedente la festa, un gruppo di donne si riunisca per preparare diverse pietanze, tra cui il piatto principale: "lagane e ceci", una pasta con ceci tipica della regione. Il giorno seguente, queste pietanze vengono offerte gratuitamente a tutti gli abitanti del paese, creando un momento di convivialità e preghiera collettiva. Durante il pranzo, una famiglia locale rappresenta la Sacra Famiglia, assaggiando e benedicendo il cibo con la frase: "Sia lodato Gesù, Giuseppe e Maria". Inoltre, volontari distribuiscono porzioni di ceci e broccoli, chiamate "la devozione di San Giuseppe", alle persone malate o impossibilitate a partecipare. Questa tradizione, che potrebbe risalire al XX secolo o avere origini nel medioevo, simboleggia la solidarietà sociale e la fratellanza, sospendendo le strutture di classe in una regione storicamente afflitta da povertà e fame. "U Cumbitu di San Giuseppe" rappresenta un momento significativo di unione e condivisione, mantenendo vive le radici culturali e spirituali della comunità calabrese.

"Da grande volevo fare il comunista" di Ferdinando Larizza è un'opera che esplora un periodo storico in cui l'ideale comunista rappresentava un sogno di
libertà, riscatto e giustizia sociale. Attraverso la narrazione della propria storia, della famiglia e degli amici, l'autore dipinge un affresco dell'Italia del passato, non per nostalgia, ma per mantenere vivo quel sogno che ha iniziato a spegnersi con eventi come l'assassinio di Aldo Moro e la morte di Enrico Berlinguer.
Il libro evidenzia come, in quel tempo, l'impegno politico potesse trasformare realtà quotidiane: una semplice casa di campagna diventava una scuola per contadini, dove si leggevano ad alta voce gli scritti di Gramsci, sottolineando l'importanza dell'unità e della cultura come strumenti di emancipazione.
Secondo Ferdinando Larizza, il titolo stesso del libro appare come un'affermazione coraggiosa e, forse, anacronistica nell'attuale contesto politico, dove spesso si tende a

"San Francesco di Paola" di Angelo Di Lorenzi è un'opera che immerge il lettore nella vita e nelle opere di uno dei santi più amati della tradizione cristiana, San Francesco di Paola. Di Lorenzi, con uno stile narrativo fluido e coinvolgente, riesce a tratteggiare un ritratto vivido e dettagliato del santo calabrese, fondatore dell'Ordine dei Minimi.
Il libro non è soltanto una biografia, ma una vera e propria esplorazione spirituale che permette di comprendere a fondo la personalità e la spiritualità di San Francesco. Di Lorenzi utilizza fonti storiche e agiografiche con grande abilità, amalgamandole con aneddoti e racconti che rendono la figura del santo più accessibile e umana.


Uno degli aspetti più affascinanti dell'opera è la descrizione dei miracoli attribuiti a San Francesco di Paola. Di Lorenzi narra questi eventi con un equilibrio che evita il sensazionalismo, mantenendo invece un tono rispettoso e contemplativo. Questo approccio permette al lettore di avvicinarsi con rispetto e meraviglia alla dimensione soprannaturale della vita del santo.
Il contesto storico in cui visse San Francesco di Paola è delineato con cura, offrendo uno sfondo dettagliato che aiuta a comprendere meglio le sfide e le opportunità del suo tempo. Le descrizioni della Calabria del XV secolo sono ricche e vivide, permettendo di apprezzare l'ambiente in cui il santo operò e si distinse per la sua straordinaria carità e umiltà.

“L’albero del sambuco” è un romanzo semplice e nello stesso tempo avvincente che tratta di una storia vera ,ambientata negli anni cinquanta e che si dipana attraverso un percorso immaginario.
L’autore del libro è Rocco De Rito, un medico che vive in un piccolo paese dell’entroterra calabrese e nel viaggio immaginario descritto nel libro traspare l’amore per la propria terra,il desiderio di salvaguardarne le tradizioni ,la cultura con tutte le sue contraddizioni e peculiarità. Nel titolo si trova l’essenza del romanzo. Il sambuco,l’albero delle 7 virtù salutari è stato sempre considerato magico nelle antiche tradizioni nordiche ed è proprio magia quella che aleggia in tutto il romanzo.
La vicenda narrata si svolge sullo sfondo dei grandi mutamenti che hanno interessato il territorio, provocando traumi sociali ed economici tuttora irrisolti. Il libro è ambientato in una zona particolare che è stata fondamentale per la riforma agraria con le prime lotte e avvisaglie del famoso sciopero del 49 culminato con l’eccidio di Melissa
Non solo storia del paese quindi ,ma storia della Calabria,del Sud e di tutta l ‘Italia in un processo socio politico che aiuta a scoprire le geografie territoriali, oltre che quelle interiori ed emotive.


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